Missione Media Freedom Rapid Response, la libertà di stampa in Italia vista dall’Europa
Nella sede della Fnsi la conferenza stampa conclusiva della visita dei rappresentanti del consorzio internazionale. Sei incontri in tre giorni su due temi: le minacce ai giornalisti e le querele bavaglio. Un tour da cui è emerso un quadro con alcune luci e troppe ombre.
Sei partner internazionali, sei incontri in tre giorni, due temi ben precisi: le minacce ai giornalisti e le querele bavaglio. Sono i numeri della missione italiana del Media Freedom Rapide Response, il consorzio di monitoraggio, ricerca e supporto pratico al giornalismo dei Paesi membri e candidati all’ingresso nella Ue, le cui conclusioni sono state illustrate, mercoledì 6 aprile, nella sede della Fnsi. A tirare le somme dell’iniziativa i rappresentanti delle associazione che danno vita al progetto, che hanno illustrato gli esiti della visita in Italia tratteggiando un quadro con alcune luci e troppe ombre.
«Le criticità italiane sono ben note alle istituzioni nazionali – ha rilevato Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, aprendo l’incontro –. L’auspicio è che, anche grazie al lavoro dei colleghi del consorzio Mfrr, queste criticità possano arrivare alle istituzioni europee e che, insieme con la Federazione europea e la Federazione internazionale dei giornalisti, si possa stimolare la Commissione Ue ad adottare norme stringenti e vincolanti per i Paesi membri a tutela della libertà di stampa e del diritto dei cittadini ad essere informati, pilastri dell’Unione e di ogni ordinamento democratico».
Le criticità più evidenti sono le minacce e aggressioni ai giornalisti, aumentate nel 2021 del 42 per centro rispetto all’anno prima; le azioni legali usate con l’intento di imbavagliare il giornalismo indipendente, tema sul quale il richiamo della Corte Costituzionale al legislatore non ha ad oggi portato alcun beneficio; la governance dell’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo, che non riesce a liberarsi dal giogo della politica; il nodo del precariato dilagante nel settore giornalistico, con colleghi resi più deboli da retribuzioni spesso men che decorose e dall’assenza di tutele e diritti garanti dai contratti nazionali di lavoro.
Moderati da Paola Rosa dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, partner italiano del Mfrr, i rappresentanti delle sei associazioni (Federazione europea dei giornalisti, Article 19, Centro europeo per la libertà di stampa e dei media, International Press Institute, Free Press Unlimited e Obct) hanno illustrato i risultati degli incontri di questi giorni: con il giudice della Consulta Francesco Viganò, relatore della sentenza che ha in parte abolito la previsione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa; in audizione al Comitato per le minacce ai cronisti della commissione Antimafia presieduto dal deputato Walter Verini; al Viminale, con i responsabili del Centro di coordinamento sulle intimidazioni ai giornalisti; con un gruppo di parlamentari; e poi ad Arzano, per incontrare colleghe e colleghi costretti a vivere sotto la tutela dello Stato per le minacce ricevute dalla criminalità organizzata.
Della visita in Campania ha parlato Ricardo Gutierrez, segretario generale della Efj, che ha anche posto l’accento sulla questione del contrasto alle querele bavaglio, rimarcando «l’impressione fortemente negativa sulla mancanza di volontà politica di mettere mano al problema», oltre che sulla necessità che le istituzioni garantiscano l’incolumità dei cronisti.
Tema, quest’ultimo, affrontato anche dalla commissaria Ue Vera Jourova durante il collegamento in videoconferenza con i colleghi campani. Dove domani la Fnsi tornerà per incontrare croniste e cronisti più volte minacciati dalla camorra e costretti a una vita sotto scorta per via del loro lavoro.
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Iniziata la missione in Italia della delegazione europea MFRR – Media Freedom Rapid Response
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